CARDELLINO Carduelis carduelis (Linnaeus, 1758)

Gardlèin (Giglioli 1886; Bacchi della Lega), Cardlen (Liverani-Imola)

Codice EURING 16530

TOTALE elementi CTR
429
88,8 %
Nidificazione certa
66
13,7 %
Nidificazione probabile
307
63,6 %
Nidificazione eventuale
56
11,6 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 10.000-15.000 coppie.

In Provincia è tra i Fringillidi più diffusi, con una presenza accertata in quasi il 90% degli elementi CTR. Le poche assenze sono da considerare in parte dovute ad un difetto di rilevamento. Tuttavia in un’area di 12 elementi contigui in sinistra Reno al confine con il Pistoiese non è stato osservato durante l’indagine: pur con le cautele del caso, è possibile ipotizzare una presenza più ridotta rispetto al rimanente territorio provinciale. E’ tipico di ambienti diversificati con copertura arborea rada, come dintorni di parchi, coltivi alberati, giardini, piantate, aree ad agricoltura tradizionale con alberi isolati e siepi. Gli sono necessari gli alberi su cui costruisce il nido generalmente ad una biforcazione esterna di un ramo, ad altezze non elevate. Non frequenta le ampie estensioni aperte coltivate, come quelle della pianura nei tratti con scarsa copertura arborea dove si limita a colonizzare i dintorni delle abitazioni rurali, centri abitati, siepi ed alberature stradali. Si adatta discretamente bene agli agglomerati urbani anche di notevole estensione, dove è comune in giardini ed aree verdi, e colonizza le zone industriali probabilmente attratto dalle conifere ornamentali. L’abbondanza, massima nella fascia di alta pianura e prime colline, decresce con l’altitudine pur continuando ad essere presente fino alle quote più alte in Appennino.
La dieta del Cardellino comprende ogni sorta di semi di piante selvatiche (Cardi, Lappa bardana, Crocifere) e coltivate (Colza, Girasole, Sorgo) e talvolta anche semi di alberi (platani, abeti, ontani). Il notevole eclettismo alimentare apparentemente bilancia la rarefazione delle piante spontanee nelle aree densamente coltivate sottoposte a tecniche intensive di coltivazione ed impiego massivo di diserbanti.
Non sono evidenti fattori di rischio per questa specie.

Mario Bonora

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