CORNACCHIA GRIGIA Corvus corone (Linnaeus, 1758)

Curnaccia bisa (Giglioli 1886), Curnacia (Liverani-Imola)

Codice EURING 15673

TOTALE elementi CTR
427
88,4 %
Nidificazione certa
203
42 %
Nidificazione probabile
60
12,4 %
Nidificazione eventuale
164
34 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 1.000-2.000 coppie.

Presente in Italia con due sottospecie: Corvus corone corone (Cornacchia nera) nelle Alpi, e Corvus corone cornix (Cornacchia grigia) nella parte peninsulare, con areali che si sovrappongono parzialmente al nord (Saino 1993). In Emilia Romagna è presente esclusivamente la Cornacchia grigia. Frequenta praticamente ogni ambiente, campagne intensamente coltivate, zone collinari, pascoli, praterie sommitali, aree urbanizzate. Le sono indispensabili alberi ad alto fusto su cui costruire il nido e spazi aperti ove alimentarsi. In Provincia di Bologna è comune e in espansione negli ultimi decenni. Le osservazioni riguardano il comprensorio di pianura per il 45% circa e di collina-montagna per il restante 55%; la mediana dell’altitudine è 150 m. s.l.m. E’ da sottolineare che attorno alle coppie territoriali impegnate nella nidificazione, gravitano numerosi immaturi ed adulti non dediti all’attività riproduttiva: le semplici osservazioni devono essere interpretate criticamente anche in questo senso (Goodwin 1986; Rolando 1995). La grande mobilità della specie, particolarmente evidente in inverno quando si osservano individui in spostamento dai siti di alimentazione ai dormitori comuni, permette lo sfruttamento di ogni possibile tipologia ambientale, incluse le praterie sommitali utilizzate come aree di alimentazione: le osservazioni in quota sono da interpretare in questa luce.
Le nidificazioni certe sono risultate numerose, grazie alla facilità di reperire i nidi, di dimensioni relativamente grandi, in particolare sugli alberi ancora spogli ad inizio periodo riproduttivo. In pianura si trovano lungo le aste fluviali con vegetazione ripariale ad alto fusto, nei pioppeti coltivati, nei parchi di ville gentilizie, su alberi isolati. In zona collinare e montana sono più comunemente collocati in prossimità dei corsi d’acqua, nei coltivi alberati, generalmente vicino a spazi aperti coltivati o pascolati: evita le coperture arboree estese e i cedui di faggio. Le quote più elevate a cui si sono rilevati nidi sono attorno a 700-900 metri, nell’alto Sillaro e Santerno (Montefune, Monte La Fine, Giugnola), Monte Vigese, Alta valle del Reno (Molino del Pallone, Monte Belvedere), Torrente Brasimone (Rio Torto), Valle del Savena (Cedrecchia, Ca del Grappa). Durante i rilevamenti sono stati trovati vari nidi in ambiente urbano a Bologna su alberi ornamentali. Qualche volta i nidi vengono costruiti su strutture artificiali come i piloni di linee elettriche. Specie eclettica ed opportunista, sfrutta numerose fonti alimentari, da frutti e prodotti agricoli, uova e pulli di Uccelli selvatici, piccoli Mammiferi e altri vertebrati, insetti; frequenta assiduamente le discariche di rifiuti, raccoglie sulle strade carcasse di animali uccisi dal traffico, si vede sulle sponde di corsi d’acqua o zone umide intenta a raccogliere pesci morti e invertebrati. In Provincia è caratteristico lo sfruttamento di alcuni impianti di produzione all’aperto di larve di mosca per pesca sportiva, che si avvalgono di carcasse di animali e cascami di macelleria interrati a piccola profondità.
L’importanza della Cornacchia, che ha un impatto su certe attività agricole e produzione di selvaggina, deve essere considerata anche alla luce dell’ utilizzazione dei suoi nidi abbandonati da parte di Rapaci diurni e Strigiformi che vi nidificano a loro volta. Non si riconoscono fattori di minaccia per la Cornacchia grigia che è oggetto in certi casi di piani di controllo ufficiali: tuttavia azioni illegali non infrequenti, come lo sparo al nido e l’uso di bocconi avvelenati rappresentano per la loro stessa non selettività un fattore di rischio per questa ed altre specie.

Mario Bonora

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