Culbianc (Giglioli 1886, Bacchi della Lega), Cul Bianc (Liverani-Imola)
Codice EURING 11460
TOTALE elementi CTR |
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Nidificazione certa |
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Nidificazione probabile |
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Nidificazione eventuale |
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Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice e nidificante; per il periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 10-30 coppie.
Frequenta ambienti aperti di montagna, come pascoli e praterie sommitali, o a quote inferiori, calanchi, greti di corsi dacqua e cave. Predilige ambienti relativamente aridi con massi e rocce affioranti; evita in periodo riproduttivo campi coltivati, boschi e arbusteti, che utilizza solo marginalmente qualora siano inframmezzati da spazi aperti.
Sia la popolazione che la distribuzione risultano in deciso regresso negli ultimi decenni nellAppennino Tosco-Emiliano (Sposimo 1997; Ceccarelli 2000).
Nel Bolognese si possono individuare due comprensori principali in cui il Culbianco è tuttora presente: la dorsale tra Idice e Sillaro (6 elementi CTR) in zone pascolate (Casoni di Romagna - Passo della Raticosa) a quote intorno a 650 m. s.l.m., e il crinale appenninico (alta valle del Dardagna) intorno a 1540 m. s.l.m.. Questi due nuclei sono contigui rispettivamente a quelli dellarea del Passo della Raticosa e dei Monti della Calvana e del crinale appenninico. Oltre ai suddetti nuclei, sono state rilevate coppie isolate a quote più basse (200 m. s.l.m.) che rappresentano quanto rimane di popolazioni in altri tempi più abbondanti nel comprensorio di Pianoro (presso Botteghino di Zocca) e nella valle del Samoggia. Fino agli anni 80 esistevano popolazioni nidificanti anche nella parte alta della Valle Sellustra (Poggianeto), nei comuni di Monzuno e S.Benedetto Val di Sambro (tra la località Le Croci e Monte del Galletto di Cedrecchia) (Bonora oss. pers.), nel greto del Sillaro in prossimità di S. Clemente (Gellini e Montevecchi 1986). Le cause della contrazione dellareale riproduttivo e della diminuzione della popolazione non sono chiare. Infatti alcuni ambienti, come quelli di calanco, della dorsale appenninica e dei greti di corsi dacqua, non hanno subito apparentemente variazioni di rilievo. In altre aree invece, come Cedrecchia, sono venute a mancare le condizioni favorevoli per la specie a causa di opere di bonifica dei prati spontanei con rimozione dei massi e del successivo abbandono del pascolo con conseguente ricolonizzazione degli arbusti. Dei due nuclei principali, quello del crinale appenninico si può ritenere discretamente stabile, mentre la sopravvivenza di quello a quote inferiori (Casoni di Romagna) dipende principalmente dalla conservazione delle superfici a prato-pascolo. Il Culbianco non è inserito nella Lista rossa regionale (Gustin et al. 1997) nonostante il marcato declino della popolazione.
Mario Bonora