Oca selvadga (Giglioli 1886)
Codice EURING 01610
TOTALE elementi CTR |
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Nidificazione certa |
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Nidificazione probabile |
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Nidificazione eventuale |
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Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; è stata oggetto di reintroduzione dal 1992 e nel periodo 1998-1999 è stata censita una popolazione nidificante di 30-40 coppie.
Lareale di riproduzione originario della specie comprende tutto il Paleartico. In Italia la popolazione nidificante si è probabilmente estinta allinizio dell800. Prove di nidificazione sono riportate per il Ravennate nel 1700 e per la Toscana nel 1800.
Per la riproduzione frequenta sia le zone umide dacqua dolce sia quelle dacqua salmastra con ricca vegetazione palustre dove può trovare la necessaria tranquillità nonché la possibilità di difendersi dai predatori terrestri.
A partire dagli anni 80 del 900 la specie è stata reintrodotta con successo nelle zone umide costiere del Friuli-Venezia Giulia e della laguna Veneta (Valle Averto), nel Vercellese e in Provincia di Pavia dove si sono formate delle popolazioni autoriproducentesi.
In Emilia-Romagna sono state effettuate reintroduzioni negli anni 90 nellOasi di Torrile (PR), in zone umide presso Mirandola (MO), presso le Vallette di Portomaggiore (FE), in sei siti della pianura Bolognese nei comuni di Malalbergo, Budrio e Molinella.
Nel 1996-1997 un nucleo di circa 90 oche volanti si era formato presso Cassa Benni e provengono probabilmente da tale nucleo le coppie isolate che hanno nidificato negli anni successivi in zone vicine. Un altro nucleo di 30-40 individui volanti si è formato nella zona di Molinella nel 1999. La costituzione di questi nuclei di oche sedentarie ha attirato alcune popolazioni migratrici che hanno cominciato a svernare regolarmente nella pianura orientale dallinverno 1995-96.
Nel periodo 1998-1999 è stata censita una popolazione nidificante complessiva di almeno 30-40 coppie (Tinarelli 2001a) composte probabilmente anche da individui delle popolazioni selvatiche e provenienti da altre aree in cui la specie è stata reintrodotta in Regione.
La carta di distribuzione illustra la situazione nota fino al 1999, anno dopo il quale vi è stata una continua e spontanea colonizzazione di zone umide, soprattutto nella pianura centro-orientale, da parte di coppie isolate.
I principali fattori limitanti noti per questa specie sono gli abbattimenti illegali e la morte per collisione con i cavi di elettrodotti e linee a media tensione.
Roberto Tinarelli