ORTOLANO Emberiza hortulana (Linnaeus, 1758)

Urtlan (Bacchi della Lega), Urtlan (Liverani-Imola)

Codice EURING 18660

TOTALE elementi CTR
35
7,2 %
Nidificazione certa
0
0 %
Nidificazione probabile
35
7,2 %
Nidificazione eventuale
0
0 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 50-70 coppie.

Nel passato questo Zigolo era molto abbondante, tanto che ne veniva catturato un gran numero con le reti per mantenerlo in cattività a scopo alimentare (Bacchi della Lega 1902); oggi è in regresso in tutto l’areale (Sposimo 1993) probabilmente per le trasformazioni ambientali verificatesi nelle zone agricole.
Frequenta zone aperte e soleggiate, con copertura arborea e arbustiva rada e vegetazione erbacea spontanea o coltivata; si trova in prossimità di campi coltivati specialmente a cereali, ma anche di vigneti e di incolti quali garighe, calanchi e prati stabili. In collina è meglio rappresentato in zone pascolate e cespugliate; in pianura si trova in prossimità di vegetazione spontanea e arbusti, di appezzamenti coltivati estensivamente con scoline e tratti di canneto, di argini di corsi d’acqua e canali o in prossimità di ripristini a macchia-radura o rimboschimenti recenti.
Si alimenta a terra, dove cerca semi di piante spontanee; gli invertebrati hanno una notevole importanza nella dieta in primavera ed estate.
La distribuzione attuale in Provincia appare discontinua: dai dati emersi dall’indagine si possono definire due sub areali principali. Il primo comprende una serie di 11 elementi CTR nella pianura centro-orientale nei comuni di Malalbergo, Medicina e Molinella. Questi elementi sono caratterizzati da grandi estensioni coltivate a cereali, con copertura arborea discontinua (alberi isolati, filari, cespugli lungo argini di corsi d’acqua naturali o canali); molto spesso l’Ortolano è in prossimità di zone umide, attratto probabilmente non tanto dall’acqua quanto dalla presenza di alberi e cespugli. In varie occasioni si sono rilevati più maschi cantori nello stesso elemento CTR.
Un secondo comprensorio costituito da 19 elementi pressoché adiacenti è dato da una zona a calanco, coltivazioni cerealicole ed erba medica nelle colline a sud-est di Bologna, nei comuni di Pianoro, Ozzano, Castel S.Pietro, Casal Fiumanese, Imola. L’area comprende la parte prospiciente la pianura delle vallate, ampie e con scarsa copertura arborea, di Idice, Gaiana, Sillaro, Sellustra e Santerno. L’abbondanza in questa zona è inferiore rispetto alla pianura. Oltre a queste sub popolazioni principali sono state rilevate poche altre coppie isolate nella fascia collinare-montana.
In zona di collina le osservazioni si distribuiscono prevalentemente tra 100 e 300 m. s.l.m: poche superano i 500 metri di quota, con la massima altitudine raggiunta a 800 m. s.l.m. a Monte Vigese.
L’Ortolano è in regresso su scala nazionale ed anche a livello europeo. Classificato da BirdLife International come SPEC 2 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione concentrata in Europa), è incluso nella Lista rossa nazionale tra le specie a più basso rischio (Frugis e Schenk 1981) e nella Lista rossa regionale (Gustin et al. 1997) tra le specie a status indeterminato. Su scala locale è considerato in regresso nel Modenese (Giannella e Rabacchi 1992) e in Romagna (Ceccarelli 2000): quest’ultimo dato è particolarmente significativo se confrontato con il corrispondente del precedente Atlante dei nidificanti della Provincia di Forlì (Ceccarelli 1987) che mostra una distribuzione notevolmente più ampia. Soltanto nel Parmense è stata rilevata una popolazione più consistente stimata in 200 coppie (Ravasini 1995). Le cause di rarefazione si individuano nella perdita di biodiversità nelle zone agricole, in particolare nella distruzione della vegetazione spontanea erbacea ed arbustiva, nella estrema meccanizzazione, sfalci precoci, impiego massiccio di fitofarmaci, nonché in collina e montagna nell’abbandono delle superfici agricole e riforestazione successiva. Tuttavia è verosimile che una diminuzione così massiccia sia giustificata anche da fattori sfavorevoli di vasta portata come per esempio variazioni climatiche nell’areale di svernamento.

Mario Bonora

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