PAVONCELLA Vanellus vanellus (Linnaeus, 1758)

Vanetta (Giglioli 1886)

Vanatta

Codice EURING 04930

TOTALE elementi CTR
42
8,7 %
Nidificazione certa
25
5,2 %
Nidificazione probabile
3
0,6 %
Nidificazione eventuale
14
2,9 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice, svernante e nidificante; nel 1999 è stata stimata, sulla base di censimenti in aree campione, una popolazione nidificante di 250-300 coppie.

E’ una specie con ampia distribuzione nel Paleartico. In Italia nidifica una popolazione, localizzata nelle regioni settentrionali, soggetta ad espansione dell’areale e incremento della popolazione dalla fine degli anni ’60 (Boano e Brichetti 1986): dalle 600-900 coppie stimate per il periodo 1986-1987 (Tinarelli e Baccetti 1989) è passata a 1.630-1.880 coppie per il periodo1992-1999 (Tinarelli ined.). Un incremento della popolazione e delle aree di nidificazione è avvenuto soprattutto in Emilia-Romagna (in particolare nelle province orientali) dove da 80-100 coppie nella prima metà degli anni ’80 si è passati a 350-400 coppie nel 1992-93 e a 700-800 coppie nel 1999 (Tinarelli ined.).
La prima nidificazione di cui si ha notizia per il Bolognese è avvenuta nel 1943 presso Marmorta (Altini 1943). Tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 nidificava solo nei campi a nord di Cassa Benni (Minerbio e Budrio) e nella zona di Marmorta (Molinella); nel 1984 è stata censita una popolazione di 15-20 coppie aumentata a 27-32 nel 1994; nel 1999 è stata stimata, sulla base di censimenti in aree campione, una popolazione di 250-300 coppie (Tinarelli 2001a). La carta di distribuzione mostra che la popolazione nidificante è localizzata in pianura, principalmente nella bassa pianura centro-orientale, con nidificazioni sparse nell’alta pianura (Ozzano dell’Emilia).
Gli ambienti preferiti per la nidificazione sono le zone coltivate con sviluppo e copertura vegetale tardivi (mais, soia, barbabietole, pomodori) e quelle a erba medica situate in prossimità di zone umide, anche di piccole dimensioni, e/o di fossi e canali con acqua poco profonda nei quali possono alimentarsi sia gli adulti che i pulcini. In misura minore sono utilizzate anche le risaie e le zone umide d’acqua dolce con banchi di fango affioranti e scarsa copertura vegetale quali i bacini di decantazione di zuccherifici attivi e le zone umide ripristinate.
Al di fuori del periodo riproduttivo la specie frequenta per l’alimentazione i coltivi, soprattutto i medicai, e meno frequentemente le zone umide che invece sono usate spesso come luogo di sosta e per i dormitori.
Fattori limitanti importanti per la popolazione nidificante sono l’irrorazione di nidi e pulcini con pesticidi e disseccanti, la preparazione tardiva dei terreni in marzo quando è già iniziata la nidificazione, lo sfalcio di prati e fossi dove sono presenti giovani non ancora volanti.
La chiusura dell’attività venatoria in febbraio, quando è in corso l’accoppiamento e l’insediamento di una rilevante parte della popolazione, è senza dubbio il fattore che ha permesso il recente incremento della popolazione. E’ inoltre una delle specie che ha immediatamente frequentato, anche con elevate concentrazioni, le zone umide ripristinate attraverso l’applicazione del Regolamento CEE 2078/92 (Tinarelli e Marchesi 2000).

Roberto Tinarelli

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