PELLEGRINO Falco peregrinus (Tunstall, 1771)

Falche terzol (Giglioli 1886)

Codice EURING 03200

TOTALE elementi CTR
15
3.1 %
Nidificazione certa
12
2,5 %
Nidificazione probabile
0
0 %
Nidificazione eventuale
3
0.6 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel 1999 è stata censita una popolazione nidificante di 13 coppie.

Alla fine degli anni ’60 le popolazioni del Pellegrino nell’emisfero settentrionale erano diminuite a livelli preoccupanti, tanto da farne temere l’estinzione (Hickey 1969; Ratcliffe 1993). Tra le molteplici cause, particolare importanza fu attribuita alla dispersione nell’ambiente di composti organoclorati della classe del DDT (diclorodifeniltricloroetano), impiegati a partire dal dopoguerra come antiparassitari per uso agricolo. L’effetto tossico sul Pellegrino ed altri Rapaci al vertice di catene alimentari complesse si espletava in una riduzione del successo riproduttivo causa la deposizione di uova dal guscio abnormemente sottile, che si rompevano durante la cova. Iniziarono soprattutto nel Nord America articolati programmi per la reintroduzione del Pellegrino, che prevedevano l’allevamento in cattività di individui esenti da intossicazione da DDT e il rilascio in natura dei giovani nati. Contemporaneamente questa classe di fitofarmaci fu vietata in molti paesi in Nord America ed Europa.
Nella nostra Provincia nel 1971 era rimasta una sola coppia che non si riproduceva regolarmente. Non vennero adottati altri provvedimenti se non quello di stabilire una rete di Oasi di protezione in corrispondenza delle pareti su cui storicamente il Pellegrino aveva nidificato. La situazione in questi 30 anni è evoluta favorevolmente, tanto che il Pellegrino oggi è un rapace non abbondante ma comune nel territorio oggetto dell’indagine, presente tutto l’anno con coppie nidificanti, immaturi non ancora idonei alla riproduzione, migratori ed individui svernanti. All’inizio dei rilevamenti nel 1995 ne erano note complessivamente 7 coppie, nidificanti su pareti distribuite nella fascia collinare e montana. Durante gli anni dell’Atlante le coppie presenti sono aumentate fino a raggiungere il numero di 13 al termine dei rilevamenti, di cui 12 nidificanti regolari ed una in fase di insediamento. Non sono state considerate nell’Atlante osservazioni di individui isolati su pareti idonee, che hanno qualche volta anticipato l’insediamento di coppie territoriali.
Negli anni immediatamente successivi alla conclusione dell’indagine, si sono insediate tre nuove coppie in situazioni naturali, più la quarta, indicata nell’indagine come eventuale, che per tre anni consecutivi ha nidificato a Bologna in ambiente cittadino, portando all’involo rispettivamente 4, 4 e 3 giovani per stagione: questa presenza che ha avuto una certa risonanza anche sulla stampa di informazione, apre prospettive di insediamento di altre coppie anche in ambienti antropizzati. Infine oltre alle pareti occupate da coppie riproduttive, ci sono oggi altre 4 pareti che sono frequentate irregolarmente da individui isolati o immaturi.
Lo stato di conservazione della specie localmente può definirsi soddisfacente. La produttività è buona, significativa di una popolazione sana. E’ una specie di interesse comunitario classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa); è inclusa nella Lista Rossa regionale (Gustin et al. 1997) come specie rara, anche se con una stima certamente molto inferiore alla realtà. In questi anni si sono verificati anche fenomeni naturali che l’ hanno marginalmente favorita, quale la rarefazione e successiva estinzione in Provincia del Gufo reale, predatore di adulti in cova o giovani al nido (Mikkola 1983, Juillard e Rebetez 1991; Ratcliffe 1993). Infatti diverse pareti su cui era insediato questo Strigiforme dopo poco tempo dalla sua scomparsa sono state rioccupate dal Pellegrino. Ha avuto importanza il sistema di aree protette istituito in corrispondenza delle pareti su cui il Pellegrino nidifica, anche se in alcune di queste esiste ancora un disturbo antropico eccessivo in periodo riproduttivo per itinerari escursionistici impattanti, arrampicate, raccolta di fossili e minerali. Fino a pochi anni fa i nidi sono stati costantemente depredati da falconieri. Non si deve dimenticare infine che i composti chimici inquinanti che hanno portato già una volta il Pellegrino alle soglie dell’estinzione, come DDT e derivati, sono ancora impiegati in agricoltura in paesi in via di sviluppo, dove vengono assorbiti durante lo svernamento dai migratori, che possono poi essere predati alle nostre latitudini. Altri composti come i PCB (bifenili policlorurati) che pur non essendo insetticidi hanno alcuni effetti simili a quelli del DDT su animali superiori (Newton 1979), sono usati come plastificanti in vari tipi di produzioni industriali (vernici,isolanti, lubrificanti) e dispersi largamente nell’ambiente.

Mario Bonora

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