Raparein (Giglioli 1886; Bacchi della Lega)
Codice EURING 14870
TOTALE elementi CTR |
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Nidificazione certa |
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Nidificazione probabile |
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Nidificazione eventuale |
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Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 600-1.200 coppie.
Specie tipica dei grandi alberi con cortecce rugose, frequenta ogni genere di boschi ad alto fusto. Si nutre di invertebrati che cattura arrampicandosi lungo il tronco: nidifica in cavità degli alberi o in semplici sollevamenti della scorza.
Nella Provincia di Bologna è stato rilevato nei castagneti da frutto in coltivazione o abbandonati, nei querceti ad alto fusto, in formazioni a Pioppo tremulo e riparali, nei cedui invecchiati, in aree a coltivazione estensiva inframmezzate da siepi ed alberi radi. Inoltre è presente in parchi pubblici cittadini (giardini Margherita) e parchi di ville nella prima fascia planiziale. Non si spinge molto lontano nella pianura, probabilmente per l’esiguità della copertura arborea, al contrario di quanto sembra accadere nella Provincia di Ravenna ove è presente anche sulla costa in boschi igrofili e nelle pinete (Ceccarelli 2000).
E’ risultato ben distribuito nel territorio collinare e montano, in particolare nel settore centro occidentale, meno in quello orientale. Non è stato trovato nell’area prossima al crinale a sud-ovest compresa nei comuni di Lizzano in Belvedere e Granaglione. E’ regolarmente presente anche in rimboschimenti di conifere, di Abete bianco nell’Alpe di Monghidoro e Monte Coroncina o di Pino nero a Pian di Balestra e Monte Venere, ad altitudini intorno ai 1.000 m. s.l.m.. Non è stato trovato in pioppeti coltivati e neppure nelle faggete, sia nelle rare parcelle ad alto fusto che nei cedui di faggio invecchiati.
Durante i rilevamenti per l’Atlante questa specie è stata cercata in varie tipologie di bosco anche con richiami registrati. Si è ottenuto il 16% di risposte positive, particolarmente nei castagneti in coltivazione o abbandonati, seguiti dai rimboschimenti di conifere ed infine da altre formazioni a latifoglie (querceti maturi, cedui di quercia invecchiati, boschi riparali e di Pioppo tremulo).
Non sembra che per questa specie esistano veri fattori di minaccia. Su scala locale possono avere importanza trasformazioni forestali come rimessa in coltura di cedui invecchiati o rinnovamento di castagneti ad alto fusto con abbattimento di esemplari senescenti. Più verosimilmente è favorito dal generale miglioramento del patrimonio forestale in atto nella Provincia.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 4 (specie con status di conservazione favorevole e popolazione concentrata in Europa).
Mario Bonora