Occ e d’bo (Giglioli 1886), Asta (Liverani-Imola)
Codice EURING 11390
TOTALE elementi CTR |
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Nidificazione certa |
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Nidificazione probabile |
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Nidificazione eventuale |
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Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 2.000-5.000 coppie.
Facilmente rilevabile per l’abitudine di posarsi ben in vista su posatoi esposti, è ampiamente distribuito nella Provincia, essendo presente nel 70% degli elementi CTR, sia nella fascia di pianura che nella zona collinare e montana sia pure con diversa abbondanza.
In pianura, dove si concentra il 60% delle osservazioni, è legato a superfici anche di modesta estensione di vegetazione erbacea spontanea. Si trova quindi più frequentemente in prossimità dei bordi dei canali, argini di fiumi, scoline, fossi, bordi di strade interpoderali, massicciate di linee ferroviarie, parcelle incolte o con vegetazione arbustiva rada come si incontrano nei set-aside e giovani rimboschimenti a macchia radura.
Anche nella zona collinare il Saltimpalo è frequente e qualche volta relativamente abbondante. E’ tipico dei calanchi con arbusti radi, dei pascoli, delle zone ad agricoltura non intensiva, delle garighe. Il 25% delle nostre osservazioni è compreso nella fascia altitudinale di collina, fino ai 500 metri. La distribuzione qui è più frammentata rispetto alla pianura: pur ammettendo possibili difetti di rilevamento, sembra assente o poco frequente in certe aree. Il restante 15% delle osservazioni è al di sopra dei 500 metri. In questa fascia hanno particolare importanza i pascoli, mentre costituisce un fattore limitante la maggiore estensione della superficie boscata. Il limite altitudinale nel corso dell’indagine è risultato intorno a 800-900 metri: si hanno alcune osservazioni a Montefredente-Pian di Balestra, Castelluccio modenese, Monte Allovolo, Serra dello Zanchetto, Alpe di Monghidoro. Non è stato rilevato nell’insieme di elementi CTR delle valli dell’alto Silla e Dardagna: questi ambienti di praterie sommitali sono poco adatti anche per la ridotta presenza di arbusti, pur essendo stato rilevato a quote superiori ai 1600 m. s.l.m. in altre aree dell’Emilia-Romagna (Giannella e Rabacchi 1992; Ravasini 1995). Un’osservazione in anni precedenti l’indagine, di un maschio apparentemente territoriale sul crinale appenninico sotto la cima del Monte La Nuda (m.1828) ai primi di luglio, non è stata confermata (Bonora oss.pers.).
Mentre su scala europea è in regresso in gran parte dell’areale, specialmente nelle regioni più a nord, tanto da essere classificato SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa) nella nostra Provincia non è una specie con stato di conservazione sfavorevole. Sono note fluttuazioni naturali della popolazione dovute all’effetto di inverni particolarmente rigidi. Costituisce un fattore di minaccia importante la perdita della diversità ambientale nelle aree agricole: in particolare in pianura, in zone bonificate, la trasformazione del sistema drenante dalle scoline a cielo aperto in cui cresce la vegetazione spontanea a drenaggi interrati. Inoltre sono significativi la diminuzione di insetti legata all’uso di fitofarmaci, e per le zone di collina l’abbandono o la trasformazione delle aree ad agricoltura non intensiva con il degrado dei prato-pascoli e la ricolonizzazione da parte degli arbusti.
Mario Bonora