STARNA Perdix perdix (Linnaeus, 1758)

Starna (Giglioli 1886)

Codice EURING 03670

TOTALE elementi CTR
28
5,8 %
Nidificazione certa
3
0,6 %
Nidificazione probabile
4
0,8 %
Nidificazione eventuale
21
4,3 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 400-700 coppie.

La sottospecie italica è ritenuta attualmente estinta (Montagna e Toso 1992). Da vari Autori è inoltre messa in dubbio la validità della ssp. italica che avrebbe caratteri intermedi tra la sottospecie hispaniensis e la sottospecie nominale. E’ certo comunque che le frequenti introduzioni effettuate a partire dagli anni ‘30 e soprattutto negli anni ‘60 e ’70 per far fronte al drastico declino, causato da un intenso prelievo e dalle trasformazioni ambientali, hanno alterato le caratteristiche genetiche della popolazione originaria. Attualmente in Italia le popolazioni autoriproducentesi, cioè in grado di mantenersi numericamente stabili senza ripopolamenti, sono presenti nella quasi totalità dei casi all’interno di zone protette e sono di modeste dimensioni, fatto che ne rende precaria la sopravvivenza (Montagna e Toso 1992).
L’habitat riproduttivo della specie è costituito dalle coltivazioni cerealicole alternate a siepi e a bordi erbosi e cespugliati. Si alimenta di semi, germogli e bacche nonché di insetti durante l’estate; i pulcini durante la crescita si nutrono quasi esclusivamente di insetti. Nidifica sul terreno tra aprile e giugno.
In Provincia di Bologna dal punto di vista biologico la specie è probabilmente estinta nonostante che le immissioni “pronta caccia” ricostituiscano periodicamente popolazioni fittizie. Alcuni nuclei di Starne, apparentemente “autoriproducentesi”, sono presenti nella fascia collinare e la loro ubicazione è descritta dalla carta di distribuzione; le indicazioni relative a nidificazioni eventuali e probabili di Starne nella pianura centrale e orientale si riferiscono invece con tutta probabilità a individui appena introdotti.
I principali fattori limitanti noti per la specie sono costituiti dalla distruzione di cavedagne, siepi e filari alberati contigui a prati e seminativi adatti all’alimentazione, dalla trasformazione e/o scomparsa dei prati-pascoli, dall’abbandono e/o dalla trasformazione delle aree piccole e marginali coltivate a cereali, dall’uso di pesticidi in agricoltura, dall’eccessiva pressione venatoria e dall’inquinamento genetico.
Specie di interesse comunitario considerata prioritaria (Direttiva 79/409/CEE) e classificata da BirdLife International come SPEC 3 (specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa).

Roberto Tinarelli

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