Sterpazola (Giglioli 1886)
Codice EURING 12750
TOTALE elementi CTR |
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Nidificazione certa |
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Nidificazione probabile |
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Nidificazione eventuale |
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Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è migratrice e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 9.000-15.000 coppie.
Piccolo passeriforme insettivoro è, dopo la Capinera, la Silvia più abbondante e diffusa nel territorio bolognese. Molto attiva, raramente esce allo scoperto rimanendo prevalentemente nascosta nel folto degli arbusti, dove costruisce, a poca distanza dal suolo (< 0,5 metri), un nido sferico a forma di coppa.Nel periodo riproduttivo il maschio è osservabile posato sulla sommità dei cespugli intento ad emettere un gorgheggio breve, rapido e piuttosto acuto, oppure occupato in piccoli voli canori che compie a qualche metro di altezza dal suolo. Durante queste esibizioni gonfia le penne della gola, facendo risaltare ancor di più la macchia bianca che in quella zona lo contraddistingue, così da essere più facilmente riconoscibile anche da lontano.
Frequenta soprattutto le zone cespugliate termofile, con scarsa vegetazione arborea, alternate ad aree aperte ricche di vegetazione erbacea. Incolti e pascoli arbustati, calanchi, coltivi ricchi di siepi e boschetti, arbusteti radi, margini di radure di zone boscate, rappresentano gli ambienti preferiti. Difficilmente invece si rinviene in boschi chiusi (preferendo comunque quelli di latifoglie a quelli di conifere) o nelle zone umide densamente vegetate.
La distribuzione nel territorio provinciale risulta continua nella fascia collinare e montana compresa tra 50 e 800 metri di altitudine, in cui si concentrano oltre il 70% delle osservazioni rilevate; scarsa (circa il 7%) nelle aree dell'Appennino sopra gli 800 metri, dove giunge a nidificare fino a quota 1.200 metri, frammentaria nella pianura coltivata (<50 metri s.l.m.) con meno del 20% delle segnalazioni.
Non sono evidenti fattori di minaccia globali per questa specie, che tuttavia ha subito un calo notevole degli effettivi in certe regioni dellEuropa settentrionale (Gregory et al. 2001; Gregory et al. 2002) a causa della desertificazione di parte dellareale di svernamento nel Sahel. Lo sfruttamento antropico della pianura che attraverso un'agricoltura meccanizzata determina la riduzione o addirittura la scomparsa di siepi, alberature e zone incolte nelle aree agricole, ne limita, su scala locale, la presenza. Infatti nelle zone pianeggianti, la Sterpazzola si rinviene generalmente soltanto lungo le fasce di vegetazione golenale dei corsi d'acqua (canali, torrenti, fiumi) e negli ambienti naturali marginali alle aree coltivate.
Trae invece un vantaggio almeno temporaneo dall'abbandono delle coltivazioni nelle aree collinari e di montagna. E', infatti, una specie caratteristica delle prime fasi nella colonizzazione da parte della vegetazione forestale.
Specie classificata da BirdLife International come SPEC 4 (specie con status di conservazione favorevole e popolazione concentrata in Europa).
Marco Bon