STORNO Sturnus vulgaris (Linnaeus, 1758)

Sturnell (Giglioli 1886; Bacchi della Lega), Storan (Liverani-Imola)

Codice EURING 15820

TOTALE elementi CTR
452
93,6 %
Nidificazione certa
303
62,7 %
Nidificazione probabile
82
17 %
Nidificazione eventuale
67
13,9 %

CARTA

IMMAGINE

Nel territorio della Provincia di Bologna la specie è sedentaria, migratrice, svernante e nidificante; nel periodo 1995-1999 è stata stimata una popolazione nidificante di 150000-300000 coppie.

Lo Storno in Provincia di Bologna presenta una distribuzione pressoché continua dalla pianura fino ai rilievi appenninici, ove nidifica fino a circa 1.000 m di quota (Cà Malagigi, Pian di Balestra). La situazione di questo Passeriforme nel complesso è simile a quella osservata nel Modenese (Giannella e Rabacchi 1992) e in Romagna (Costa 2000), dove sono state rilevate maggiori densità nelle aree di pianura e di bassa collina a fronte di valori minimi in corrispondenza delle quote maggiori e delle aree forestali continue prive di radure. Occupa una notevole varietà di ambienti diversi purché caratterizzati dalla presenza di coltivi, prati, pascoli, o anche giardini e altre aree aperte che costituiscono i luoghi più favorevoli per la specie per la ricerca del cibo. Nidifica all’interno di cavità, per lo più su edifici o su altri manufatti, sotto le tegole, nei buchi dei muri o, più raramente, in alberi cavi o in nidi artificiali. Gli ambienti elettivi sono rappresentati dalle aree agricole della pianura e della collina ove siano presenti alberi d’alto fusto e casolari o piccoli nuclei abitati.
In passato nel Bolognese gli storni venivano già segnalati come nidificanti in situazioni di spiccata sinantropia “sulle case, sulle torri, sui campanili, sulle altane, sugli abbaini, fin nelle colombaie, coperti dai coppi, o ricoverati nei buchi dei muri” (Bacchi della Lega 1910); al contrario non erano noti casi di nidi su albero. Con ogni probabilità la specie era abbondante soltanto in pianura e sulla prima collina, dato che Lorenzini nel distretto di Vergato si limita a considerarlo “scarso alle due epoche del passo e in inverno”, mentre non ne menziona la nidificazione (Giglioli 1890). L’espansione dell’areale verso la collina e la montagna, del resto, è stata riscontrata di recente in diverse realtà dell’Italia centro-settentrionale.

Alessandro Andreotti

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